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29 Novembre 2023

Abitare: un esempio di servizio per le cooperative sociali

Si affaccia in questi anni un nuovo luogo dove espletare i servizi per le cooperative sociali. Si tratta dei diversi cantieri in cui vengono costruite abitazioni che saranno destinate a fasce di popolazione con minore capacità di reddito e con maggiore possibilità di non potersi garantire l’abitazione. In particolare all’interno di questo segmento di popolazione che alcuni definiscono “fascia grigia” trovano piena cittadinanza due gruppi sociali ben definiti: gli Studenti e i Senior. Per rispondere alla domanda di alloggi sono state avviate sperimentazioni e vere e proprie azioni di Housing Sociale. Luoghi dove nascono edifici intorno a spazi condivisi costruiti per essere presentati in un mercato “fragile” e dove vengono spesso riservate quote percentuali ai soggetti del Terzo Settore che, a loro volta, potranno progettare appartamenti idonei ad ospitare altre sottocategorie di fragilità che necessitano di integrazione sociale a canone calmierato.

Perché, una volta trovato un alloggio, qualunque gruppo sociale necessita di trovare servizi di prossimità e socialità. L’abitare cooperativo non può e non vuole essere ghetto ma embrione di cammini di evoluzione di vita. Nascono quindi progettualità con componenti decisamente “hard” in cui la definizione di spazi è oggetto di maestranze tecniche e progettualità con componenti “soft” a cui è dato l’onore e l’onore di immaginare e costruire le cosiddette “community”. La cooperazione sta sperimentando progetti che mettono al centro comunità e abitanti, attraverso un approccio mutualistico e modalità di gestione sperimentale di abitare solidale, patti di convivenza e attenzione ai target giovani e anziani. Modelli abitativi che seguono mix di target e funzioni, con annessi servizi per la costruzione di una filiera intersettoriale insieme alla cooperazione sociale per servizi alla persona, e alla cooperazione culturale verso una visione di distretti mutualistici. Oggi, forse con un certo azzardo visionario possiamo intravedere dalla visione dei distretti mutualistici, tipico elemento fondante della cultura cooperativa, un nuovo modello di impresa? Possiamo spingerci ad affermare che “la community è una cooperativa ma non lo sa?” qualsiasi impresa cooperativa produce beni e servizi e lo strumento che unisce Community e Cooperativa è esattamente la Cultura con l’orizzonte strategico del Welfare Culturale. Nel dicembre 2022 è stato inaugurato a Montelupo Fiorentino Lux Living e sono entrati negli appartamenti i primi abitanti dell’housing sociale.

L’intervento di piazza dei Vetrai è stato possibile grazie a un’azione congiunta di Fondazione CR Firenze e Comune di Montelupo Fiorentino con lo stesso asset di investitori già descritto per il progetto di Osteria Social Club, i 4 edifici, disposti su quattro piani, suddivisi complessivamente in 107 appartamenti di dimensioni hanno anche un’autorimessa al piano interrato e godono di una piazza interna stile “agorà” pronta ad accogliere una vita comunitaria all’aperto. Alcune delle unità immobiliari situate al piano terreno saranno destinate ad attività collettive e a servizi alla residenza nonché ai progetti di inclusione sociale presentati dalla Cooperazione Sociale. Negli appartamenti vivranno famiglie e singoli cittadini che hanno scelto ‘Lux Living” per soddisfare il proprio bisogno abitativo, migliorando la propria qualità di vita, a costi inferiori e tutelando la socialità. I futuri abitanti sono stati selezionati con un bando promosso dal Comune di Montelupo : fra i requisiti di selezione la residenza o svolgimento di attività lavorativa nell’ambito territoriale regionale e un reddito familiare superiore a quello previsto per gli alloggi ERP, ma non sufficiente per sostenere con serenità gli affitti presenti sul libero mercato immobiliare privato.

Il canone locativo è determinato sulla base dell’accordo integrativo agli Accordi territoriali sottoscritto tra InvestiRE SGR, per conto del Fondo, e le associazioni sindacali degli inquilini. Lux Living declina tutti i principali e qualificanti principi del social housing: è un’iniziativa di rigenerazione urbana messa in atto grazie alla partnership pubblico-privata di una pluralità di attori che potenzia e amplifica l’offerta abitativa rispondendo, allo stesso tempo e in modo professionale e innovativo alle esigenze di fasce specifiche di persone in condizione di fragilità.

Ed è qui che entra in azione la Cooperativa Sociale Sintesi-Minerva che, non da sola ma con Pane e Rose di Prato e Casae di Empoli ha accolto la sfida progettuale proposta. La cultura sa essere intenzionalmente sociale e potenzia il benessere delle comunità, con la sua capacità di tenerle insieme senza fini puramente strumentali, che minano invece la fiducia tra le persone. È il luogo vincente dello stare insieme, capace di generare legami e nuove forme di aggregazione ed engagement. La cultura dunque risponde all’art 1 della 381 e si fa DNA della cooperazione sociale che, a sua volta, nell’innovazione dell’housing sociale la ri-propone come strumento.

Maria Cristina Dragonetti, presidente cooperativa SintesiMinerva

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