19 Giugno 2023
Nel corso degli anni è stata attivata una vasta gamma di progetti per favorire l'inclusione della popolazione migrante sul territorio, riguardante i temi dell'istruzione, dell'abitare, della formazione, de lavoro e della socializzazione, ambiti in cui il Consorzio COeSO Empoli è intervenuto su più fronti.
Fondamentali per esempio, si sono rivelati i Punti Informativi per Cittadini Stranieri (PICS) che dal 2020 ammontano a 7 sportelli attivi: Fucecchio, Santa Croce sull'Arno, San Miniato, Castelfranco, Empoli, Castelfiorentino e Certaldo. I PICS sono un servizio gratuito della Società della Salute Empolese Valdelsa (realizzato dal Consorzio COeSO Empoli) e fornisce consulenza e assistenza sulle pratiche inerenti il soggiorno in Italia offrendo informazioni, orientamento, consulenza e assistenza sulle normative in maniera di immigrazione e diritto d'asilo, assistenza per le pratiche di richiesta, rinnovo e aggiornamento del permesso di soggiorno e del permesso UE per soggiornanti di lungo periodo, supporto per le pratiche di ricongiungimento familiare e per la richiesta di cittadinanza italiana, prenotazione test di italiano. Tali punti informativi non nascono soltanto come sportelli esecutivi e di supporto al lavoro della Questura e della Prefettura, ma anche come punti di ascolto, di mediazione, di promozione e riconoscimento degli interessi di tutti i cittadini, rivestendo un ruolo chiave nella rete dei servizi al cittadino.
Dimostrazione lo è il numero di coloro che si rivolgono ai PICS che è in lento, ma costante aumento anche a causa della progressiva complessità delle pratiche relative alla cittadinanza e ai permessi di soggiorno, che risultano essere le motivazioni principali per cui ci si rivolge a uno sportello.
Da ricordare anche il progetto conclusosi lo scorso dicembre che prendeva il nome di EVVAI (Empolese Valdarno Valdelsa Aperti Inclusivi), finanziato all'interno del programma Fami 2014-2020, che aveva come obiettivo il completamento del percorso di autonomia di persone migranti uscite dai circuiti dell'accoglienza. Il progetto ha visto come capofila il Consorzio COeSO Empoli, e ha potuto contare su una folta rete di partner composta da Arci Empolese Valdelsa, l'associazione Nosotras, l'associazione Arturo, la Società della Salute Empolese Valdarno Valdelsa, Consorzio Opere di Misericordia, Movimento Shalom e le cooperative La Pietra d'Angolo e Lo Spigolo. COeSO Empoli inoltre, a partire dal 2017, grazie all'Unione dei Comuni Empolese Valdelsa, e alla collaborazione con Oxfam Italia, COeSO Empoli, Cooperativa La Pietra d'Angolo, Misericordia di Empoli e Misericordia di Certaldo, aderisce al Sistema di Accoglienza e Integrazione, in particolar modo nei comuni di Empoli, Fucecchio, Castelfiorentino, Certaldo e Montelupo Fiorentino. Il cosiddetto SAI, ex SPRAR, risale ormai a 21 anni fa, lasso di tempo in cui si è sviluppata e strutturata una rete complessa con quasi 45.000 posti, oltre 1.800 Comuni coinvolti e centinaia di enti gestori (dati dall'ultimo Rapporto Annuale SAI del 2021). Obiettivo primario è quello di creare le condizioni necessarie per garantire ai beneficiari la possibilità di raggiungere autonomia ed emancipazione, attraverso l'attivazione di percorsi di inserimento socio-economici.
“Ad oggi si contano oltre 250 persone che hanno beneficiato di attività e percorsi rivolti all'integrazione attraverso un supporto legale, un accompagnamento per l'accesso ai servizi sanitari, l'insegnamento della lingua italiana, il supporto per la ricerca di nuove abitazioni e, ultimo, ma non ultimo, un servizio di orientamento e inserimento lavorativo. L'accoglienza dei migranti non può prescindere dall'inserimento occupazionale e dal contrasto allo sfruttamento, unica strada per evitare l'emarginazione e la conseguente caduta nell'illegalità” racconta Maurzio Cei, responsabile Area immigrazione e inclusione del Consorzio COeSO Empoli, che prosegue: “Proprio per quanto concerne l'aspetto di inserimento lavorativo l'intervento nell'Empolese Valdelsa si dipana su tre ambiti distinti, ma complementari: la formazione professionale (in carico alla Coop La Pietra d'Angolo), quella dei tirocini formativi (in carico a COeSO Empoli) e quella dell'orientamento professionale (in carico sia a La Pietra d'Angolo, sia a COeSO Empoli). Il numero fissato di beneficiari annuali ammonta a 90, incrementato nel 2022, in via del tutto eccezionale, per l'emergenza Ucraina e Afghanistan, a 114. Ogni persona che viene presa in carico, a seconda delle sue peculiarità, della sua storia, delle esigenze rilevate, viene affidata a determinati servizi; quindi non tutti i beneficiari del SAI sono necessariamente indirizzati verso l'Area Lavoro.”
Oltre a questo si aggiunge la discriminante della condizione giuridica dei beneficiari: ad esempio, per quanto concerne i richiedenti asilo, che non hanno ottenuto quindi la protezione internazionale, la normativa dispone che non possano essere loro erogati i servizi direttamente finalizzati all’inserimento lavorativo.
Sempre Cei: “Dal 2017 a oggi nel territorio dell'Empolese Valdelsa sono stati avviati 94 tirocini lavorativi in 30 realtà distinte tra aziende, associazioni, cooperative, attività commerciali, di cui 17 si sono successivamente trasformati in contratti lavorativi stabili presso lo stesso luogo di lavoro dove è stato avviato il tirocinio. Ci sono casi in cui le realtà commerciali hanno aderito al progetto specificando di non poter assumere, ma che al termine del tirocinio hanno comunque concretizzato l'assunzione. Ci sono casi in cui il beneficiario ha iniziato il tirocinio in condizioni psicofisiche molto compromesse che al termine dell'esperienza, anche senza un contratto avviato, ha recuperato un benessere mentale fondamentale per intraprendere la strada dell'autonomia. Ci sono svariati casi di persone che, anche se non hanno ottenuto un contratto di lavoro direttamente nell'azienda in cui hanno svolto il tirocinio, hanno trovato in un secondo momento un'occupazione stabile utilizzando le competenze acquisite durante il periodo di formazione e stage. Importantissimo in questo progetto è avere un contatto continuo e dialettico con le aziende del territorio e una conoscenza del loro modus operandi per poter assegnare correttamente i candidati al luogo di lavoro più idoneo e protetto.” Uno degli aspetti più positivi del SAI difatti è la capacità di distribuire capillarmente i beneficiari sul territorio, evitando il concentramento lavorativo (ma anche abitativo) in un'unica area o a seconda della nazione di provenienza, per osteggiare qualsiasi forma di ghettizzazione, offrendo loro un'”accoglienza diffusa” di qualità e con reali possibilità di inclusione.
“Progetti di inserimento lavorativo gestiti in questa maniera” aggiunge Maurizio Cei “favoriscono inoltre un vero e proprio abbattimento degli stereotipi sul mondo dell'immigrazione sia per i datori di lavoro, sia per i clienti delle diverse realtà in cui i beneficiari operano, che possono entrare in contatto in maniera graduale e costante con il tirocinante trasformando la percezione che si ha di lui da 'immigrato x' a persona con un nome e una propria individualità: un'esperienza diretta che ha una valenza nettamente superiore e pregnante rispetto a qualsiasi campagna istituzionale di sensibilizzazione in tema migranti che possa essere fatta. Si crea quindi un circolo virtuoso in cui anche il beneficiario si sente incoraggiato a procedere nella strada dell'autonomia, a partire dal velocizzare l'apprendimento della lingua italiana.”
Come è facile aspettarsi, progetti di tale portata che affrontano tematiche così delicate riservano anche dei lati che necessitano di essere migliorati o quantomeno implementati. “A volte le proposte di formazione attive sul territorio non sono pienamente corrispondenti alle esigenze e aspettative dei beneficiari: per esempio, nel caso di alcuni dei rifugiati ucraini accolti sul nostro territorio, più volte i candidati avevano skills lavorative e culturali troppo avanzate per le opportunità di tirocinio che in quel momento potevano essere attivate. Insieme alla Cooperativa La Pietra d'Angolo stiamo attuando una serie di azioni per migliorare la riduzione di questi ostacoli al processo di integrazione lavorativa, ad esempio cercando di ottenere il riconoscimento anche in Italia dei titoli di studio conseguiti nel paese natio.”
In altri casi si verificano situazioni di incompatibilità tra i tempi dell’accoglienza e quelli della formazione, avendo presente sia la durata complessiva di permanenza all’interno del SAI (che pur con l’opportunità di proroghe non può allinearsi a corsi di formazione pluriennali), sia i differenti periodi di inserimento in accoglienza, non sempre coincidenti con la partenza di corsi e tirocini. A questi si possono aggiungere la mancanza dei requisiti richiesti per l’attivazione e l’accesso ai tirocini spesso non direttamente dipendenti dal lavoro dei Progetti SAI (per esempio le procedure di rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno, di iscrizione anagrafica, di reperimento della documentazione necessaria, di riconoscimento dei titoli di studio). Nel caso delle beneficiarie si aggiungono ulteriori problematiche vista l'alta percentuale di donne rimaste vittime di violenza, tortura o di tratta e/o legate alla gestione del nucleo familiare, spesso monoparentale. “Attraverso corsi di formazione specifici si prova a rendere la donna autonoma e conciliare il lavoro alla vita privata” racconta Federica Massaro della Cooperativa La Pietra d'Angolo. “Abbiamo attivato recentemente laboratori di sartoria con l'obiettivo primario di far acquisire alle donne la consapevolezza di poter avere controllo e gestione delle proprie scelte, di poter affiancare alla vita famigliare, quella lavorativa, creando amche spazi di socializzazione tra donne capaci di sostenersi valorizzando le proprie competenze. Questi percorsi di formazione rappresentano, a maggior ragione per le donne, occasioni imprescindibili per raggiungere una vita autonoma ed emancipata.”
Secondo i dati 2021 raccolti dall'Osservatorio Regionale del Mercato del Lavoro i soggetti in cerca di lavoro in stato di disoccupazione da Paesi a forte pressione migratoria nell'Empolese Valdelsa e Valdarno Inferiore ammontano a 6.270 a fronte delle 7.746 comunicazioni di avviamento pervenute ai Servizi per l'Impiego da parte di aziende Toscana dalla stessa area geografica per la stessa categoria di persone.
Leggi l'articolo in merito uscito su La Nazione -
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