23 Aprile 2023
La dispersione scolastica rappresenta un fenomeno complesso e articolato che, sebbene diminuito negli ultimi dieci anni, vede ancora il nostro Paese con molte criticità. <<Il termine dispersione scolastica indica una “inefficienza” del percorso formativo che si concretizza in modo multiforme; dalle ripetenze, alle frequenze irregolari, ai ritardi rispetto all’età scolare, terminando spesso in un prematuro abbandono dell’iter di istruzione e formazione, con conseguenze negative non solo per quel che riguarda la capacità professionale dell’individuo e il suo sviluppo come persona ma anche per la società nel suo insieme.>> (RAPPORTO SULLA DISPERSIONE SCOLASTICA IN TOSCANA, IRPET 2014)
I dati Eurostat 2021 sull’abbandono scolastico vedono l’Italia in terz’ultima posizione tra i Paesi UE con una percentuale del 12,7% di ELET (Early leavers from educational and training), ovvero quei giovani 18-24 anni che abbandonano prematuramente gli studi senza essere in possesso di qualifiche professionali ottenute in corsi con durata di almeno 2 anni e che non frequentano né corsi scolastici né attività formative. Nel 2020 il dato era al 13,01%, dietro Malta, Spagna e Romania e nel 2019 era del 13,5% Per il 2022 INVALSI ha stimato un valore nazionale in crescita al 14%. La Toscana nel 2021 registra una percentuale dell’11,1% (nel 2020 era del 11,7%, nel 2019 del 10,4%).
A livello territoriale, tramite l’Osservatorio Regionale Educazione e Istruzione, è possibile confrontare la situazione che si verifica tra le 35 Zone Educative toscane. L’Empolese Valdelsa, in particolare, si colloca agli ultimi posti delle graduatorie per ben tre volte nell’ultimo quinquennio, con un indice di criticità, definito dall’incrocio dei ritardi e degli esiti negativi nella secondaria di I e II grado, che raggiunge il massimo livello (4).
Nell’ultimo anno scolastico disponibile (21/22) il dato degli esiti negativi nelle scuole di II grado dell'EV, seppur migliorato, è al 14,07% (solo Prato e Pistoia riportano dati peggiori). La media dei voti del diploma si attesta al 79,31, ed è migliore solo a quella del Mugello rispetto alle altre 35 Zone Educative Toscane. Infine, gli studenti che si diplomano nell'arco di 5 anni corrispondono appena al 51,82% (anche in questo caso si tratta della percentuale più bassa dopo quella della Zona Pratese), con un picco in negativo del 33,86% negli istituti professionali, seguiti dal 46,88% degli istituti tecnici e dal 71,58% dei licei. Oltre la “dispersione esplicita”, negli ultimi tempi si parla molto anche di “dispersione implicita”, ovvero quella degli studenti che hanno conseguito il titolo di studio previsto (Licenza di scuola secondaria primo grado o Diploma di scuola secondaria secondo grado), ma che non hanno raggiunto, nemmeno lontanamente, i traguardi minimi previsti dopo 8 o dopo 13 anni di scuola.
L’INVALSI registra un incremento della dispersione implicita in Toscana dal 2019 al 2021 dell’1,9%, a fronte di una media nazionale del 2,5% e con un trend nettamente migliore rispetto alle altre regioni del Centro Italia (Lazio, Marche, Umbria). Rispetto al nostro territorio, utilizzando il dato di Empoli (unico disponibile on line) come riferimento generale, emerge che i nostri studenti al termine del percorso della Secondaria di I grado raggiungono risultati adeguati nei livelli di competenze più bassi rispetto alla media provinciale e regionale: italiano 56,43 (provincia Firenze 64,7; Toscana 58,3); matematica 57,30 (provincia Firenze 62,8; Toscana 59); comprensione inglese 57,95 (provincia Firenze 66; Toscana 58,8); lettura inglese 72,27 (provincia Firenze 80,4; Toscana 76,8). Questi dati sono ribaltati nelle prove di italiano e matematica somministrate nell’ultimo anno delle Scuole secondarie di II grado, mentre restano risultatati sotto le medie provinciali e regionali per quanto concerne la comprensione e la lettura inglese.
Le determinanti rispetto al fenomeno della dispersione scolastica sono molte e disparate: dalle difficoltà socio-economiche della famiglia a quelle di difficoltà linguistica, dalle carenze metodologiche per affrontare gli studi ai disagi psicologici, solo per citarne alcune.
La ASL Toscana Centro in merito agli accessi agli sportelli di consulenza psicologica ha rilevato un incremento del 25% (da 20mila del 2021 a 25 mila nel 2022); sono triplicati i casi di anoressia, insieme a situazioni sempre più frequenti di problemi di depressione, ansia, ritiro sociale, isolamento, autolesionismo (con un rilevante incremento nella fascia 15-25 anni) e pensieri suicidi.
I dati raccolti dalla Società della Salute Empolese Valdarno Valdelsa nel Profilo di Salute 2023 evidenziano come i ragazzi under 20 del nostro territorio che hanno richiesto e utilizzato cure e servizi della salute mentale della ASL per almeno 4 volte nel 2021 sono 1.684, con un tasso significativamente maggiore di quello della ASL Toscana Centro e di quello regionale.
Anche l'indagine EDIT 2022 di ARS Toscana evidenzia un incremento del malessere giovanile, in linea con quanto riscontrato da ASL: oltre 3 giovani su 10 (36,6%) vivono una condizione di disagio psicologico (include tristezza, frustrazione, ansietà e stato dell’umore negativo). Il 34% del campione potrebbe sviluppare un problema alimentare con una netta differenza di genere (quello maschile al di sotto del 20% quello femminile poco sopra il 50%). Anche l'abuso di alcol è una pratica in aumento che riguarda mediamente il 50% degli intervistati. Complice di questo malessere manifesto sembra essere anche la pandemia da Covid-19 che è stata vissuta come un evento traumatico, sottolineato dal fatto che il 12,3% dell’intero campione ha dichiarato di aver messo in atto almeno un gesto autolesivo nel corso dell’ultimo anno.
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