24 Ottobre 2023
Opportunità e prevenzione invece di repressione e marginalizzazione. Quando si parla di 'mondo giovanile' è molto facile cadere nello stereotipo e non centrare il punto. Nell’Empolese valdelsa la media dei giovani tra 15-34 anni rappresenta il 19,54% della popolazione, con una prevalenza di maschi (52,19%) sulle femmine (47,81%).
Secondo quanto registrato dall’Osservatorio Scolastico Regionale l’area dal 2018/2019 al 2020/21 ha registrato l’indice di criticità (ritardi e bocciature nella secondaria di I e II grado) al livello massimo tra le 35 zone toscane. E anche se si è visto un lieve miglioramento nell'anno scolastico 2021/2022 è rimasto il terzo peggior risultato riferito alla Secondaria di secondo grado in Toscana. Il voto medio al diploma è di 79,31, (secondo peggior dato regionale) e la percentuale di alunni diplomati in 5 anni (51,82%) è la più bassa dopo l’area pratese. Nell'anno scolastico appena concluso, in alcuni istituti della zona, metà dei respinti non sono stati neppure scrutinati, a causa delle troppe assenze accumulate nel corso dell’anno scolastico.
Anche sui Neet l'attenzione resta alta. Secondo le ultime stime (Action AID-CGIL) i giovani che non studiano e non lavorano in Toscana sono quasi uno su cinque (il 18,7%): 5mila in più rispetto al 2018. Nell'Empolese Valdelsa e nel Valdarno Inferiore il fenomeno NEET è stimato al 20%, quindi sopra la media regionale.
Resta comunque evidente la difficoltà di quantificare davvero i giovani NEET, dal momento che i pochi dati che si possiedono sul fenomeno a livello nazionale, spesso non sono concordi.
Brevi considerazioni sul mercato del lavoro
Il mercato del lavoro risente della diminuzione dei giovani in ingresso e del contestuale pensionamento dei cosiddetti 'baby boomers'. I nuovi entranti nel mercato del lavoro, inoltre, sono mediamente più qualificati di
coloro che escono, ma mancano di competenze specifiche che si apprendono solo sul posto di lavoro.
Il fenomeno del mismatch si sta ampliando: nel 2022 la difficoltà di reperimento dei candidati ha riguardato il 38% delle assunzioni, coinvolgendo sia figure a elevata specializzazione, sia profili meno qualificati. A questo si aggiunge che nel 21-22 ha raggiunto oltre il 20% la mancanza di candidati alle offerte, dal valore poco sopra l'11% del 2019-2010.
Cosa emerge dal rapporto dell'Osservatorio Giovani dell'Istituto Toniolo
La Toscana comunque offre, sotto vari aspetti, “un contesto più favorevole per la transizione allo stato adulto dei giovani rispetto alla media nazionale”. A dirlo è il rapporto “I giovani toscani: un’analisi su chi sono e cosa chiedono al futuro” pubblicato dall’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo nel giugno 2023.
Il rapporto evidenzia che, rispetto alla media nazionale, sono più basse la disoccupazione e la mancata partecipazione dei giovani al mercato del lavoro, con una variabilità a livello provinciale però piuttosto marcata: in territori come quelli di Lucca e Massa-Carrara le condizioni occupazionali risultano significativamente più difficili rispetto a quelle di Prato ed Arezzo.
Anche l’incidenza dei Neet, giovani di 15-29 anni che non studiano e non lavorano, è più bassa in Toscana rispetto alla media nazionale. Ma anche in questo caso esiste una situazione abbastanza articolata se si guarda dentro al territorio: le province di Grosseto e Pisa risultano le più colpite dal fenomeno. Dietro alla condizione Neet in regione si celerebbe una pluralità di esigenze e motivazioni, tra cui l’insoddisfazione per opportunità occupazionali di scarso interesse o non sufficientemente stabili o remunerative, ma anche la difficoltà a conciliare il lavoro con carichi di cura.
Altri aspetti della qualità delle condizioni di lavoro non risultano migliori per i giovani occupati toscani rispetto ai coetanei del resto d’Italia. La retribuzione lorda oraria mediana dei lavoratori dipendenti, ad esempio, è lievemente al di sotto della mediana nazionale e in alcune province, come Prato, resta ancorata a valori ancora non sufficientemente elevati, se si considera anche il basso profilo di qualifica contrattuale, come quello dell’apprendistato, generalmente ricoperto dai giovani appena entrati sul mercato del lavoro.
Dal punto di vista delle scelte di autonomia e dei tempi di formazione della famiglia, la Toscana è la regione del Centro Italia con la minore percentuale di 18-34enni nubili o celibi che vivono ancora nella casa genitoriale, pur riguardando più di 6 giovani ogni 10 (valore elevato nel quadro europeo).
Le evidenze dell’indagine “Giovani toscani”, condotta da Ipsos per conto dell’Istituto Toniolo su un campione di individui tra i 18 e i 40 anni, raccontano di una popolazione giovanile che è complessivamente soddisfatta del percorso di studio intrapreso e che compie scelte di istruzione e formazione ancorate alle proprie passioni e alle inclinazioni personali. I giovani intervistati hanno aspettative nei confronti del lavoro mosse, oltre che dalla necessità di una stabilità economica, dal desiderio di offrire un contributo alla società e di restare coerenti con i propri valori, tra i quali spiccano la diversità nella collaborazione e la sostenibilità. In generale, dall’indagine sembra emergere un divario di genere tra aspettative proiettate sul lavoro e valutazione della propria situazione lavorativa: i giovani uomini risultano più soddisfatti delle proprie condizioni lavorative rispetto alle coetanee, a dispetto delle minori aspettative che riservano all’ambito lavorativo e al suo potenziale in termini di remunerazione economica e di impatto sulla società.
D’altro canto, le condizioni di lavoro delle giovani toscane, anche quando occupate alle dipendenze, risultano più precarie di quelle dei loro coetanei, mostrando percentuali di lavoro con contratto a termine o in apprendistato più elevate di quasi il doppio rispetto ai coetanei.
*Foto di Papaioannou Kostas su Unsplash
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