07 Aprile 2025
di Francesco Manetti
Il tema dell’intelligenza artificiale si va ad inserire in un contesto già sfidante in termini di sicurezza informatica e privacy. I principi che dovrebbero guidare tutte le organizzazioni in questo contesto complesso sono quelli della “privacy by design” e della “privacy by default”, ovvero, in maniera molto semplificata, progettare fin dall’inizio i sistemi informatici in maniera da garantire che le informazioni rimangano riservate, sempre disponibili ma accessibili solo a chi ne ha diritto. Quello che viene chiesto alle organizzazioni è quindi di avere una postura “proattiva” e non “reattiva” in termini di privacy e sicurezza informatica. Ed è proprio una postura proattiva quella che le organizzazioni dovrebbero mettere in atto nei confronti dell’intelligenza artificiale, senza demonizzarla, ma allo stesso tempo valutandone i rischi e le implicazioni in termini di privacy e sicurezza, oltre che l’effettiva necessità di utilizzo.
I sistemi di intelligenza artificiale possono essere strumenti molto utili in alcuni contesti e permettono molto spesso di risolvere problemi complessi o ripetitivi in maniera molto veloce, permettendo alle persone coinvolte nel processo di concentrare il focus ad esempio su attività a più alto valore. Allo stesso tempo è sempre necessario chiedersi, “prima dell’uso”, in maniera proattiva, come i sistemi di intelligenza artificiale che vorremmo utilizzare all’interno dell’organizzazione tratteranno i dati che gli forniremo, al fine di prevenire rischi che potrebbero derivare da una puntuale valutazione del rischio, come ad esempio una divulgazione non autorizzata di informazioni sensibili o riservate.
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